Tutti gli articoli di Federica Pudva

Shelley 200

Percy Bysshe Shelley (1792-1822) in un’incisione del 1833 di W.Finden, pubblicata da J.Murray.

One of my early idols happened to live ten minutes from my house. Except he lived there one century and a half before I was born. Today marks 200 years since Percy Bysshe Shelley’s untimely death. He drowned at sea at the age of 29, while returning from Livorno to San Terenzo, in the late afternoon of July 8 1822. He was brilliant, revolutionary, outrageous and free. His thoughts and lines still resonate in our little gulf, and will do forever.

Casa Magni, San Terenzo.

Uno dei miei primi idoli abitava a dieci minuti da casa mia. Solo che viveva lì un secolo e mezzo prima che nascessi. Oggi è il bicentenario della prematura morte di Percy Bysshe Shelley. Annegò in mare all’età di 29 anni, mentre stava tornando da Livorno a San Terenzo, nel tardo pomeriggio dell’8 luglio del 1822. Era geniale, rivoluzionario. oltraggioso e libero. I suoi pensieri e i suoi versi risuonano ancora nel nostro piccolo golfo e lo faranno per sempre.


Louis Édouard Fournier (1857-1917), La cremazione di Percy Bysshe Shelly, Liverpool, Walker Art Gallery.

50 anni senza Jim Morrison

(Photo Paul Ferrara)

A natural leader, a poet

A Shaman, w/the

Soul of a clown.

Jim Morrison, “Road Days”

Quando un personaggio pubblico diventa larger than life, tende a perdere quei tratti umani che sopravvivono soltanto nei ricordi di chi lo ha conosciuto veramente. Negli anni ho avuto la fortuna di incontrare i compagni di band di Jim Morrison, alcuni tra i suoi più cari amici e collaboratori, persone che lo hanno conosciuto. Le loro testimonianze convergono verso il ritratto di un giovane uomo caloroso, brillante, divertente, intelligente, estremamente colto, talentuoso e totalmente fuori controllo.

Eppure, 50 anni dopo la sua scomparsa, molti non conservano di Morrison che l’immagine stereotipata e oleografica della rock star maledetta. Non che ci sia qualcosa di male nell’essere un dio del rock (e, intendiamoci, se c’è qualcuno che lo è stato davvero, questo è proprio il Re Lucertola), ma nel suo caso particolare lo scarto tra il luogo comune e la realtà è tanto grande da far venire i brividi.  

Non mi dilungherò sui tanti miti da sfatare a proposito di Jim Morrison, perché ne ho già parlato in questo articolo del 2013 su Accordo.it e da allora non è cambiato pressoché nulla. Tutt’altro. Oggi, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, mi limito a gioire del fatto che in un sabato di luglio del 2021 in tutto il globo venga ricordato un ragazzo scomparso mezzo secolo fa a soli 27 anni. Questo, per un attimo, mi fa sperare che in un mondo così diverso da quello che ha assistito all’ascesa di Jim e dei Doors sia rimasto qualcosa della loro magia, che gli ideali che incarnava trovino ancora uno spazio, che le sue parole incontrino un interlocutore coraggioso.

Io stessa, pur avendolo fatto infinite volte in questi decenni, oggi mi trovo a ripercorrere con il pensiero la sua vita come se fosse una highway americana, dalla sua infanzia nomade, al richiamo irresistibile della California, dagli studi di cinematografia alla UCLA agli incontri con i futuri compagni di band e con il destino, da un’idea nata per caso sulla spiaggia di Venice alla deflagrazione di una carriera durata poco più di 4 anni ma destinata a riecheggiare per sempre, dalla sfida all’establishment  al penoso processo di Miami e alla persecuzione sino all’addio all’America e alla triste fine della corsa a Parigi, da artista in esilio. E la poesia. Fiumi di poesia come segnaletica lungo tutta la strada, a indicare il percorso da seguire per raggiungerlo.

Una storia triste? Sì, per molti versi, ma è una storia leggendaria e per questo, a differenza di tantissime altre vicende dal mondo del rock, è arrivata fino a noi e continua a essere celebrata.

La leggenda, così come il genio, non ha bisogno di essere confezionata da penne sapienti, non si ingigantisce attraverso gli algoritmi dei social network e non vince tornei su piattaforme musicali di streaming: esiste, si nutre di se stessa, vive fuori dal tempo e continua a rinnovare lo stupore in chi la ascolta. Jim Morrison è un mito dal fascino intramontabile, che sopravvive nonostante nessuno si prodighi davvero per perpetuarlo e malgrado il mondo odierno ci abbia ormai abituato a ben altro.

Jim Morrison non è per niente alla moda, anzi, non lo è mai stato. È stato un performer eccezionale ma totalmente fuori dai canoni dell’epoca (figuriamoci quelli moderni) ed era un instancabile fabbro della parola, non solo in qualità di autore dei testi delle canzoni dei Doors, ma anche come regista e soprattutto come poeta. Pochi giorni fa è uscito il volume The Collected Works of Jim Morrison: Poetry, Journals, Transcripts, and Lyrics, un progetto in collaborazione con il Morrison Estate e curato da Frank Lisciandro, uno dei più cari amici e collaboratore di Jim che in questi anni è stato letteralmente il mio ponte con lui. È uno scrigno di tesori – editi e inediti – dal valore inestimabile e un ulteriore tentativo di presentare la parte di lavoro di Morrison a cui teneva di più. Se oggi il mondo potesse ascoltarmi, gli direi di comprarne una copia.

Un brindisi a te, Morrison!

The grand highway

is

crowded

w/

lovers

&

searchers

&

leavers

so

eager

to

please

&

forget.

Wilderness.

Il mio amico Amedeo

La notizia è arrivata di prima mattina, fredda e rapida come una coltellata a tradimento: Amedeo non c’è più. Ho provato a rassicurarmi, dicendo a me stessa che doveva trattarsi di un errore, perché lo avevo sentito solo qualche ora prima, ma sapevo benissimo che si può morire in un secondo.

Nell’incertezza e con un po’ di ansia, sono andata a lavorare e ho aspettato per qualche ora una sua sortita del tipo “Laudani non capisce un cazzo, non ci penso neanche a partire. Ciao cara”. Purtroppo non è arrivata. È arrivato, invece, il messaggio di Lucilla, la figlia, che confermava tutto.

Che male!

Nel 1998 il mio amico e ottimo musicista Luca Ravagni mi consigliò di andare a vedere il film “La leggenda del pianista sull’oceano” di Giuseppe Tornatore. Decisi di seguire il suo consiglio, andai a vedere il film al Teatro Impavidi di Sarzana (La Spezia) e ne fui immediatamente conquistata. Chiamai Luca quella sera stessa per ringraziarlo della dritta e per dirgli che mi ero innamorata della storia e ancor di più della colonna sonora di Ennio Morricone. Curiosamente, Luca mi chiese subito se qualche brano in particolare mi avesse colpito e, senza esitare, gli diedi la risposta che evidentemente attendeva: “sì, la scena del pianista che suona il piano mentre questo vola a destra e a manca a causa del mare mosso. Il brano che la accompagna è eccezionale”. Luca mi rispose prontamente che quel waltz non era di Morricone, ma di un suo caro amico che aveva collaborato alla colonna sonora, “Amedeo Tommasi, una leggenda del jazz e un personaggio fantastico! Se vi conosceste, diventereste grandi amici!”

La leggenda del pianista sull’oceano (1998)

Luca chiamò Amedeo e gli portò i miei complimenti, e Amedeo gli disse che potevo parlarne direttamente con lui, contattandolo su ICQ.

Grazie Ravagni.

All’epoca internet esisteva già, ma non esistevano i social come li conosciamo oggi. ICQ era un programma di messaggistica istantanea che non avevo mai usato. Amedeo, che all’epoca aveva 62 anni, conosceva qualsiasi novità e trend tecnologico.

Per farla breve, siamo diventati inseparabili. Inseparabili nel senso moderno del termine, poiché Amedeo viveva a Roma e io a La Spezia. Come me, soffriva di insonnia e quasi ogni notte ingaggiavamo infinite chiacchierate digitali sulla musica, sul mondo, sulla vita. I nostri scontri “jazz vs rock” sono passati alla storia (soprattutto quando sono usciti da ICQ e li abbiamo portati sui social)!

Chet Baker e Amedeo Tommasi

Ho avuto l’onore di conoscere Amedeo attraverso i suoi stessi racconti. Storie di un’epoca leggendaria della musica, fatte di figure mitologiche del jazz mondiale e oltre (il suo legame con Chet Baker non è che una di queste), di dischi che rimangono dei capisaldi a distanza di più di 60 anni dalla loro uscita, di esperienze in tv, al cinema (le colonne sonore per Pupi Avati e per Tornatore sono letteralmente di culto), a teatro, insieme ad altri colossi. Storie di talento, studio, gavetta, trionfi e anche di ingiustizie. Intrecci favolosi, costellati di aneddoti incredibili sullo sfondo di mondi a me fino ad allora preclusi e dei quali mi apriva le porte a ogni occasione, come solo i migliori cantastorie sanno fare. Amedeo tanti anni fa mi ha chiesto di occuparmi della sua biografia e questo, vi assicuro, è il progetto incompiuto più bello che non leggerete mai.

Amedeo era un genio della musica, che conosceva e governava come pochi. Ha scritto cose incredibili, suonava divinamente, era un insegnante straordinario e un entertainer dalla dialettica insuperabile. Aveva la mente di un ragazzo, uno humour devastante, una sete di emozioni che non si possono scrivere. Era capace di reinventarsi di continuo, senza paura. È rimasto un ragazzo e ha suonato fino all’ultimo. È stato elegante, intelligente e generoso nella musica come nella vita.

Tom

Da quando ci siamo conosciuti, ha condiviso con me ogni evento importante della mia vita. Mi ha ricoperta di affetto e stima, che ha esteso amorevolmente a tutta la mia famiglia e a mio fratello in particolare. Il suo continuo incoraggiamento, il suo entusiasmo per ogni mia iniziativa e la sua presenza costante sono stati un regalo che non ho mai dato per scontato. Era il mio fan numero UNO.

Sono molto fortunata. Per me non è stato “solo” una leggenda della Musica, ma uno degli amici più cari e fidati che abbia avuto. Non so se abbia mai capito veramente quanto sia stato importante nella mia vita (forse sì). In questo quarto di secolo ha saputo essere un grande consigliere per me e l’idea che non riceverò più una sua chiamata, un suo commento, un suo “cara” mi è insopportabile.

L’ultima parola che mi ha detto, pochissime ore prima di andarsene, è stata “grinta”. La voglio prendere come un ultimo consiglio.

In una delle nostre vite precedenti (nel 2004), Amedeo ha scritto per me un brano e qualche anno dopo ha anche realizzato un video con una sequenza di mie vecchie foto, che aveva meticolosamente scelto. Lo ha intitolato “Estella”, come il nickname che usavo per entrare su ICQ per parlare con lui. Da allora ci siamo reinventati diverse volte entrambi, ma non ci siamo mai persi. Mai. Neanche ora.

Ciao Ahmed, ci sentiamo!

English with my parents 3: Past Simple

In questa terza puntata affronteremo uno degli argomenti grammaticali più odiati dagli studenti italiani: il temibilissimo Past Simple!

In realtà, come scoprirete, con un efficace schema mentale risulta gestibile anche per chi si scoraggia facilmente.

Chi avrà voglia di mettersi alla prova al termine della lezione, potrà scaricare un esercizio con autocorrezione cliccando sul seguente: Past Simple

Buon lavoro a tutti!

The Devil’s Party: Jim Morrison e William Blake

La recente scomparsa di Michael McClure, oltre a essere una grande perdita, considerando il suo contributo diretto al mondo della letteratura, mi ha fatto pensare all’importanza che certe figure hanno avuto anche nel mantenere viva l’attenzione nei confronti di altri artisti che non hanno goduto della stessa considerazione.

Quello che McClure, ad esempio, ha fatto con Jim Morrison non ha prezzo. Entusiasta della sua poesia, lo ha incoraggiato a pubblicarla, lo definito uno dei più grandi poeti (e pensatori) della sua generazione, si è detto certo che le sue opere meritassero piena cittadinanza nel canone letterario dei suoi tempi. Chissà cosa sarebbe venuto fuori dalla loro collaborazione, purtroppo interrotta dalla morte prematura di Morrison. E ha continuato a ricordarlo negli anni, invitando la gente a leggerlo e a studiarlo. Soprattutto, a capirlo.

Pamela Courson, Jim Morrison e Michael McClure

Di tanto in tanto, con mio grandissimo piacere, alcuni lettori interessati all’opera di Morrison mi chiedono di poter leggere un mio saggio pubblicato nel 2005 su Anglistica Pisana riguardo l’influsso di William Blake su Morrison, ora non più reperibile in stampa. Lo pubblico qui, sperando che possa interessare anche a qualcun altro.

Michael McClure aveva ragione, naturalmente.

English with my parents 2: Second conditional

In questa seconda puntata integreremo il discorso sul periodo ipotetico inglese iniziato la settimana scorsa parlando del Second Conditional, una struttura che tavolta confonde gli studenti per la fuorviante presenza del past simple nella if clause.

Chi avrà voglia di mettersi alla prova al termine della lezione, potrà scaricare un esercizio con autocorrezione cliccando sul seguente: conditionals

Buon divertimento a tutti!

About me

Federica Pudva nel 2016
Federica Pudva (2016)

Sono nata a La Spezia nel 1975 e sono cresciuta a San Terenzo, perla del Golfo dei Poeti.

In giovanissima età ho spesso snobbato i giocattoli in favore di un giradischi a valigetta Philips degli anni ’50 e una bella dotazione di vinili messi a disposizione dai miei genitori. Amo la musica da sempre e ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia di musicofili. Ho sempre ascoltato di tutto, ma con una predilezione per il rock anni ’60 e ’70.

Ho presto sviluppato anche un grande amore per le lingue e per la scrittura. Mi sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Pisa e poco dopo ho intrapreso la strada dell’insegnamento linguistico. Ho insegnato lingua inglese per 13 anni presso un ente di formazione professionale, per poi passare alla scuola secondaria di primo grado.

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Agli Abbey Road Studios, Londra (2018)

Dalla metà degli anni ’90 ho affiancato cantanti professionisti e non nella preparazione di repertori in lingua inglese. Ho ideato un corso di dizione inglese per il canto, tenendo lezioni presso associazioni culturali e privatamente.

Dal 2012 collaboro con la testata musicale Accordo.it, la prima e più importante iniziativa editoriale online in lingua italiana su strumenti musicali e musica, contribuendo con articoli, recensioni e interviste ad artisti italiani e stranieri.

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Con Steve Lukather dei Toto
al SHG MusicShow, Milano (2012)

Da svariati anni partecipo a tramissioni radiofoniche di approfondimento musicale, curando e conducendo puntate monografiche dedicate ad artisti e gruppi di spicco del mondo del rock e oltre.

Scelta dall’autore, ho tradotto la Guida Completa Di Parigi per Fan Di Jim Morrison: I Giorni Quieti Di Jim Morrison A Parigi di Rainer Moddemann, massimo conoscitore dei Doors al mondo.

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Omaggio a Franco Fanigliulo – Festival Internazionale di Poesia (Genova, 13 giugno 2014)

Faccio parte dell’Associazione Culturale Goodbye Mai Franco Fanigliulo, creata per la promozione e la tutela dell’opera artistica e dell’immagine di Franco Fanigliulo, artista spezzino prematuramente scomparso nel 1989. Ho co-organizzato e condotto eventi dedicati a Fanigliulo in contesti di rilievo come il Festival della Marineria della Spezia e il Festival Internazionale di Poesia di Genova, e ho effettuato interventi presso festival culturali come il Premio Bindi a Santa Margherita Ligure.

Sono interessata all’uso del digitale nella didattica e alle soluzioni per la didattica a distanza. Nell’aprile 2020, in occasione della sospensione delle attività didattiche a causa del coronavirus, ho ideato English with my parents, un corso di ripasso della grammatica inglese per alunni della scuola secondaria di primo grado e per i loro genitori, trasmesso sui canali di TeleLiguriaSud.

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English with my parents: il ripasso di inglese per ragazzi & genitori!

English with my parents

Il periodo che stiamo attraversando ha cambiato radicalmente le nostre abitudini. Abbiamo dovuto abituarci in fretta a una situazione totalmente nuova con tutte le sfide che comporta, usando tutti i mezzi a nostra disposizione. Per fortuna sono moltissimi e tra questi c’è la tv.

L’emergenza ci ha portato fuori dalle scuole (e non soltanto), però la scuola siamo noi e viene dove la portiamo. L’ISA1 Don Milani ha accettato la sfida dell’insegnamento a distanza, aderendo al progetto di didattica in tv lanciato da TeleLiguriaSud.

Sono sempre stata affascinata dalle potenzialità del digitale per l’insegnamento e i tempi mi sembrano maturi per mettere in pratica quello che ho imparato in merito sinora, per poco che sia. Raccogliendo i commenti di alcuni genitori sulle difficoltà nel loro supportare i figli nello studio a casa, ho deciso di realizzare alcune lezioni utili per il ripasso di alcuni argomenti chiave della grammatica inglese tradizionalmente studiati nel triennio della secondaria di primo grado. Anziché proporre le lezioni in lingua, le ho realizzate in italiano, in modo da essere compresa anche da chi non mastica l’inglese da molto tempo (o magari da chi non lo ha mai studiato), utilizzando, oltre alla spiegazione a voce, delle slide che illustrano i concetti analizzati in modo chiaro. Ogni lezione si concluderà con un breve esercizio ricapitolativo.

Insomma, con English with my parents ho cercato di realizzare qualcosa che possa permettere una convivenza pacifica sul divano, all’insegna dello studio per gli under e gli over 14.

Almeno per un quarto d’ora! 

Ci vediamo con la prima puntata lunedì 20 aprile su LVNA TV dopo le 11 e poi sul mio canale Youtube!